Home » conferenze » stage isu » LA CODIFICAZIONE SENSORIO-COSCIENZIALE
immagine fantasiosa che richiama la codificazione sensorio-coscienziale

LA CODIFICAZIONE SENSORIO-COSCIENZIALE

Conoscere i meccanismi che determinano l’esperienza sensoriale è stato da sempre motivo d’interesse per l’essere umano, in quanto si ritenga sia il mezzo attraverso il quale il mondo interiore sia connesso con l’esterno e viceversa.



I sensi

Conoscere i meccanismi che determinano l’esperienza sensoriale è stato da sempre motivo d’interesse per l’essere umano, in quanto si ritenga sia il mezzo attraverso il quale il mondo interiore sia connesso con l’esterno e viceversa.

Il filosofo greco Aristotele identificò cinque sensi: la visione, l’udito, l’olfatto, il gusto, il tatto in rapporto ai relativi organi di senso, ad essi, nel corso dei tempi, si è aggiunta la scoperta di altre modalità sensoriali, altrettanto importanti per le funzioni dell’organismo, quali le

sensazioni somatiche

della propriocezione (equilibrio e postura)
del dolore
del prurito
della temperatura;

le sensazioni viscerali

necessarie all’omeostasi

le sensazioni vestibolari

dell’equilibrio (il movimento del capo e la postura)
i cui recettori sono disposti in tutto il corpo, contrariamente a quelli relativi agli organi di senso disposti localmente.

Il dolore e l’intuito

Nell’antichità, il dolore non era considerato una modalità sensoriale, quanto un’afflizione dell’anima, mentre l’intuizione, definito nel linguaggio comune il sesto senso, veniva considerata una modalità extrasensoriale, esperibile, quindi, al di là dei sistemi sensoriali classici.
Ciò, per la Sigmasofia, è significativo, perché evidenzia che

l’intuito è sempre stato rilevato come esperienza possibile, seppur non ordinaria.

È interessante notare anche come il dolore, seppure ad oggi siano state individuate delle precise vie neurali e strutture cerebrali per rilevarlo e, vedremo anche, per misurarlo, non fosse considerato un senso specifico, quanto una modalità di tipo emotivo. In Sigmasofia, anche se si studiano le basi neurologiche del sistema nervoso ad oggi riconosciute, il

dolore

in effetti, così come la gioia ed altri stati coscienziali acquisiti, sono ascrivibili a

significati Io-somatici

che, come indica il termine stesso, hanno evidenza anche attraverso il soma.

L’intuizione

Per quanto concerne l’intuizione, oggi, secondo i neurobiologi, essa è considerata un’inferenza derivata da esperienze pregresse e perciò il risultato di un processo cognitivo piuttosto che sensoriale ma, secondo la Sigmasofia, è un processo ben più complesso di questa definizione, sostenuta per altro da numerosissimi studi susseguitesi da molti anni, sulla base di esperienze in merito, da sempre segnalate e che hanno suscitato la curiosità e la verificabilità di molti scienziati[1].

Da cosa deriva la conoscenza?

L’interrogativo che, da sempre, ha destato interesse tra gli scienziati e i filosofi è se le la conoscenza

  • derivi dall’esperienza sensoriale
  • o se questa sia intrinsecamente soggettiva,

vale a dire che le percezioni siano un prodotto del cervello.

Tra il XVII e il XIX secolo si formarono due categorie:

  1. la prima ipotesi era sostenuta dagli empiristi, il cui maggior rappresentante, J. Locke, affermava che l’essere umano, alla nascita, era come una tabula rasa, ossia privo di ogni informazione, che si sarebbe creata man mano che egli faceva esperienza attraverso i sensi;
  2. la seconda ipotesi era sostenuta dagli idealisti, i quali ritenevano che la mente umana possedesse delle capacità innate; tra i rappresentanti di maggior rilievo spiccavano G. Hegel e I. Kant, quest’ultimo era convinto che le percezioni fossero un prodotto del cervello che organizza le esperienze sensoriali e che questa fosse soggettiva e personale, pertanto non indagabile scientificamente.

Per la Sigmasofia,

il campo coscienziale è un
campo di forza energetico, vitale,
presente ovunque,

che trova densificazione nelle varie forme di manifestazioni sensibili. La cellula, allo stato indifferenziato, contiene queste informazioni innate che specializza attraverso la differenziazione cellulare, processo che contiene le informazioni necessarie alla manifestazione delle varie funzionalità specifiche, come avviene per il sistema nervoso. Il sistema sensorio-percettivo è quindi uno strumento funzionale ricevente ed emettente allo stesso tempo. L’essere umano, emergendo dalla forza creatrice che lo genera cellula dopo cellula, non può essere quindi una tabula rasa, lo strumento percettivo Io-soma serve sì per fare esperienza del mondo cosiddetto esterno, ma anche per riconoscerne la componente autopoietica che lo decodificherà come parte in entanglement, quindi inscindibile del mondo interno: esistenti diversi di un processo unico.

In ogni sistema sensoriale, i recettori forniscono la prima rappresentazione nervosa del mondo esterno. Tali informazioni vengono trasmesse a regioni del sistema nervoso centrale subendo vari passaggi di decodifica lungo le vie che raggiungono le regioni centrali, divenendo da semplice a complessa e costituendo i fondamenti dei processi cognitivi. Le regioni centrali modificano e modellano le informazioni ricevute trasformandole in informazioni efferenti, che raggiungono i livelli inferiori di elaborazione. Le percezioni sono modellate, quindi, oltre che da fattori esterni, ambientali, anche da fattori interni.

La psicometria

Lo studio moderno sulle sensazioni e sulle percezioni è cominciato nel XIX secolo con l’affermazione, in campo scientifico, della

psicologia sperimentale

che focalizzava gli studi sulle sensazioni come chiave di comprensione per i processi mentali. Ne nacquero due branche:

  • la psicofisica che rileva le relazioni tra le caratteristiche fisiche dello stimolo e dell’esperienza sensoriale,
  • la fisiologia sensoriale, che si occupa dei processi nervosi innescati dallo stimolo e dalla conseguente elaborazione del sistema nervoso centrale.

I progressi maggiori rispetto l’argomento di cui stiamo trattando si sono avuti grazie alla fusione di entrambi gli approcci, di cui sono un esempio gli studi eseguiti mediante PET e fMRI utilizzate per individuare per esempio le regioni cerebrali implicate nella percezione del dolore.

Gli studi psicometrici hanno permesso di definire alcuni parametri come la relazione tra l’intensità dello stimolo e l’intensità della sensazione, che risulta lineare e direttamente proporzionale, per esempio, nel caso dello stimolo pressorio tattile, studi in merito hanno rilevato che l’intensità dello stimolo è determinata dalla frequenza di scarica delle fibre sensoriali.

La soglia sensoriale

La soglia sensoriale può essere stabilita con il metodo dei limiti: ossia definibile come l’intensità più bassa o più alta percepibile dal soggetto. La determinazione delle soglie sensoriali costituisce una tecnica di valutazione diagnostica delle modalità sensoriali. Un’alterazione delle stesse suggerisce processi patologici a carico dei recettori sensoriali, della conduzione delle fibre nervose o di aree cerebrali implicate nell’elaborazione delle informazioni sensoriali o, aggiunge la Sigmasofia, un’estensione rispetto ai parametri stabiliti, non in senso patologico ma anzi di implementazione funzionale.  

L’intensità delle sensazioni può essere misurata secondo delle scale di valutazione scaturite da protocolli standardizzati.

Un’altra importante misurazione riguarda il tempo di reazione ad uno stimolo. Gli studi in merito hanno dimostrato che i tempi di reazione a stimoli intensi sono più brevi di quelli relativi a stimoli di modesta intensità. I tempi di reazione vengono utilizzati anche per la valutazione di funzioni cognitive.

I recettori sensoriali

Le sensazioni coscienti sono qualitativamente diverse dalle proprietà fisiche degli stimoli perché, come affermava Kant, il sistema nervoso seleziona alcune informazioni dallo stimolo e le elabora in base alla sua struttura e alle informazioni pregresse. Infatti, per esempio, riceviamo onde elettromagnetiche di diversa lunghezza e le decodifichiamo, attraverso la vista, come colori, riceviamo onde pressorie di diversa frequenza e le percepiamo come suoni, riceviamo composti chimici diversi che elaboriamo come sapori e odori, tanto da poter affermare che colori, suoni, odori e sapori non esistono in quanto tali al di fuori dell’esperienza sensoriale, ma sono creazioni mentali prodotte dal cervello.

            L’esperienza sensoriale ha inizio con milioni di recettori sensoriali specifici, ognuno di essi risponde a particolari tipi di energie applicate in sedi diverse dell’organismo, trasformate dai relativi recettori in energia elettrica, un unico tipo di energia, quindi, comune a tutti i sistemi sensoriali. Questa conversione viene denominata trasduzione dalla quale derivano tutti i successivi e relativi passaggi funzionali.

I recettori sensoriali vengono classificati principalmente in:

  • chemo o chemiocettori, deputati alla rilevazione di sostanze chimiche,
  • fotorecettori, rispondenti alla luce,
  • meccanocettori, rispondenti alla pressione,
  • nocicettori, rispondenti al dolore,
  • termocettori, rispondenti alla variazione della temperatura,
  • osmocettori, relativi alla osmolarità, ossia il livello d’idratazione e di volume plasmatico,
  • propriocettori, sensibili alla percezione dello schema corporeo nello spazio.

Sistemi specifici in sistemi specializzati

Come detto inizialmente, i recettori sensoriali sono specializzati in base alla dislocazione, ma all’interno di ogni sistema specializzato ne esistono altri più specifici che elaborano le diverse qualità, denominate submodalità.

Ad esempio, i chemocettori possono distinguere il gusto dolce, amaro, salato e acido e diverse modulazioni di essi, così come i fotorecettori, sensibili alla luce, trasformano le onde elettromagnetiche in colori in base alla lunghezza d’onda alla quale ognuno di esso è specificamente sensibile, la varietà (dei colori e dei sapori) è data dalla variazione delle combinazioni dei recettori attivati. In generale, in base alla sede della sorgente di energia cui sono sensibili si definiscono enterocettori quelli che rilevano stimolo interni, ed esterocettori quelli che rilevano stimoli esterni.

Gli elettrocettori, attualmente rilevati in animali acquatici e anfibi, ad eccezione di scarafaggi, api, ornitorinchi e formichieri, rispondono alle variazioni del campo elettrico di organismi viventi e sono sensibili al campo elettromagnetico della Terra.

Ipersensibilità

I fotorecettori umani non sono in grado di rilevare le radiazioni dell’ultravioletto e dell’infrarosso perché l’Uomo non possiede recettori in grado di rilevarne le relative lunghezze d’onda, così come non è in grado di rilevare determinate bande di onde sonore (ultrasuoni, infrasuoni). Tuttavia, alcuni studi[2] hanno rilevato che in alcune condizioni l’occhio umano può vedere la luce infrarossa di un laser, ma solo se si tratta di velocissima luce pulsata. L’attivazione è dovuta a un meccanismo complesso di ottica non lineare.

Come accennato, per la Sigmasofia tali sensibilità possono essere ampliate, si parla infatti di

forme di ipersensibilità
che in quanto espresse sono comunque
potenziali e potenziabili in qualunque essere umano
e possono essere attivate anche a distanza,

a comprova del fatto che il sistema sensorio-percettivo è molto più esteso di quello normalmente riconosciuto, poiché sfrutta modalità di trasmissione attraverso l’entanglement.

I codici sensoriali

Abbiamo precedentemente affermato che lo stimolo sensoriale induce delle variazioni all’interno della membrana cellulare recettiva (iperpolarizza o depolarizza la il potenziale di membrana del recettore), ma il segnale, per poter raggiungere le distanti aree del sistema nervoso centrale, subisce una seconda conversione in potenziali d’azione, in grado di propagarsi velocemente a grandi distanze. I potenziali d’azione vengono propagati attraverso le connessioni sinaptiche dei recettori con i neuroni dei nervi periferici, fino a raggiungere le aree superiori di elaborazione. Come visto, la frequenza dei potenziali d’azione è proporzionale all’intensità dello stimolo.

Le proprietà temporali

Le proprietà temporali di uno stimolo vengono codificate come variazioni delle caratteristiche dell’attività dei neuroni sensoriali: se uno stimolo persiste immodificato per molti minuti, sia rispetto all’ampiezza sia rispetto alla posizione, la risposta nervosa diminuisce e la sensazione scompare perché si è avuto un adattamento del recettore. Questo meccanismo è alla base dell’adattamento delle percezioni, per cui la consapevolezza di uno stimolo costante dopo un po’ svanisce.

I recettori che rispondono a uno stimolo costante e prolungato vengono denominati a lento adattamento e codificano la durata dello stimolo, quelli che rispondono soltanto all’inizio o alla fine di uno stimolo vengono denominati a rapido adattamento, perciò cessano la propria attività se l’intensità dello stimolo è costante, e codificano la velocità d’insorgenza o di cessazione dello stimolo.

L’esistenza di questi due tipi di recettori, a rapido o lento adattamento, consente di codificare i contrasti fra stimoli diversi, sia per le caratteristiche temporali sia per quelle spaziali.

Esistono inoltre recettori a bassa o alta soglia (ossia la gamma di energia alla quale il recettore è sensibile) che implementano la varietà riconoscibile della gamma di un sistema sensoriale. Per esempio, a causa della diversa sensibilità dei fotorecettori alle varie lunghezze d’onda, è possibile percepire un vasto spettro di colori, ma anche rilevare l’intensità della luce, perché per esempio i fotorecettori denominati bastoncelli sono sensibili alle luci fioche, ma raggiungono la loro massima attivazione alla luce diurna, mentre quelli denominati coni non rispondono agli stimoli fotici deboli ma rilevano le differenze di luminosità della luce diurna. Il codice di popolazione è determinato proprio dalle differenze di soglia all’interno di una popolazione di recettori, la cui attivazione in termini numerici concorre a determinare l’intensità di uno stimolo.

La riflessione è sul meccanismo di assuefazione a uno stimolo che lo rende non più percepibile dopo un certo tempo, ciò può essere considerato funzionale per quanto riguarda il principio di adattabilità, ma può esserlo se a quello stimolo togliamo senso e significato.

Campo recettivo di un neurone sensoriale

Si definisce campo recettivo di un neurone sensoriale il relativo dominio spaziale di competenza in cui la stimolazione eccita o inibisce il neurone. Le dimensioni dei campi recettivi sono importanti perché codificano le informazioni spaziali: la risoluzione dei dettagli è inversamente proporzionale all’area del campo percettivo e proporzionale alla densità di popolazione dei recettori (quindi, più è piccolo il campo recettivo e denso di recettori più dettagli vengono rilevati, pensiamo per esempio ai meccanocettori concentrati sulla punta delle dita in correlazione al fatto che la mano è la regione del corpo usata più frequentemente per l’esplorazione tattile degli oggetti).

La scomposizione di uno stimolo in componenti costituisce la prima fase di elaborazione delle informazioni sensoriali, l’assemblaggio consente la rappresentazione interna dell’oggetto. Al contempo questo processo permette al sistema nervoso centrale di estrarre delle caratteristiche dall’insieme grazie alle informazioni dettagliate provenienti da recettori specializzati.

La percezione e la consapevolezza

Di conseguenza la rappresentazione interna può accentuare alcune caratteristiche e trascurarne altre in base all’esigenza del momento, in questo senso le nostre percezioni non sono una riproduzione fedele degli stimoli che le evocano ma una creazione della nostra mente. Ciò sostiene la spiegazione della natura sempre proiettiva che la Sigmasofia dà proprio in merito alle interpretazioni del cosiddetto altro, dell’esterno, di se stessi, che non possono non risentire, quindi, necessariamente del proprio livello di consapevolezza, del proprio modello interpretativo dell’esperienza personale (per esempio “accentuando alcune caratteristiche e trascurandone altre”). Da qui, ancora una volta, l’importanza fondamentale della formazione a sé:

più è approfondita e ampia
più possiamo riconoscere elementi esistenti al di là delle nostre interpretazioni
che comunque, in questo senso, risentiranno sempre della
propria modalità percettiva-livello di consapevolezza.

La disidentificazione dal solo sensorio-percettivo è, infatti, un passaggio che rende più ampia ma anche extra-ordinaria la percezione, proprio per caratteristiche a cui di solito non siamo abituati.

La trasmissione dello stimolo al sistema nervoso centrale

Si definiscono sistemi sensoriali gli aggregati di neuroni centrali connessi con una specifica classe di neuroni, ne derivano quindi i sistemi visivo, uditivo, vestibolare, olfattivo e gustativo, il sistema tattile, contrariamente agli altri, non è localizzato in organi o apparati specifici ma è diffuso in varie parti del corpo (la cute, i muscoli, i tendini, lo scheletro, l’apparato viscerale).

Le informazioni sensoriali vengono convogliate (a partire dai recettori) ai neuroni di ritrasmissione del talamo e del tronco encefalico prima di essere inviate a regioni cerebrali implicate nei processi cognitivi, motori e di elaborazione delle informazioni ricevute. Ogni neurone di ritrasmissione riceve afferenze eccitatorie convergenti, simultaneamente interneuroni inibitori modulano l’eccitabilità dei neuroni di ritrasmissione regolando l’intensità delle informazioni trasmesse alle aree centrali, aumentando così il contrasto tra quelli attivati più vigorosamente e quelli attivati debolmente, fornendo ai sistemi sensoriali maggior dettagli spaziali.

L’attività dei neuroni sensoriali centrali è più variabile di quella dei neuroni periferici, sia perché scaricano in modo irregolare prima e dopo la stimolazione e quando non sono presenti stimoli sia perché influiscono parecchi fattori, come l’eventuale coinvolgimento dell’attenzione, l’esperienza pregressa di quello stimolo, l’attivazione immediatamente precedente della stessa via a opera di stimoli simili, così come le informazioni possono essere modificate in base alle intenzioni soggettive[3].

La superficie recettoriale è rappresentata in modo topografica a livello del sistema nervoso centrale.

Nel primo nucleo di ritrasmissione dei sistemi somatosensitivo, uditivo e visivo le relative mappe rappresentative vengono denominate somatotopiche, tonotopiche e retinotopiche (in quanto i neuroni adiacenti rispecchiano le relative aree del corpo, della coclea e della retina), rappresentano la sede di uno stimolo ma anche la qualità dello stesso a livello delle aree sensoriali primarie, ma man mano che le informazioni raggiungono le aree centrali di ogni sistema sensoriale i neuroni diventano sempre meno implicati nelle caratteristiche descrittive degli stimoli e sempre più coinvolti nella rilevanza comportamentale di quella modalità. Per esempio, nel sistema uditivo, la disposizione delle cellule ciliate della coclea corrisponde alla specificità dell’onda sonora[4], ma a livello del sistema nervoso centrale i relativi neuroni sono meno selettivi per le frequenze e più selettivi per alcuni tipi di suono (per esempio alcuni neuroni sono specifici per i vocalizzi di membri della stessa specie).

La modulazione delle sensazioni coscienti

Tuttavia, i sistemi sensoriali non sono semplicemente degli strumenti di assemblaggio delle informazioni al fine di fornire delle rappresentazione più appropriate per i processi cognitivi, infatti possiamo modulare le sensazioni coscienti, deviando per esempio l’attenzione da ciò che stiamo ascoltando alle sensazioni delle dita della mano sinistra, come abbiamo precedentemente descritto, in questo caso i neuroni modificano la propria sensibilità modificando la frequenza di scarica, ma non modificano la loro selettività[5].

L’energia segue il pensiero.

Durante le Autopoiesi olosgrafiche, per esempio, alleniamo l’Io a portare l’attenzione a sensazioni sulla percezione del campo energetico che emaniamo mentre svolgiamo dei movimenti sia fisici sia visualizzati o riprodotti mentalmente, diminuendo l’attenzione ad altri stimoli (per esempio ai suoni esterni, all’eventuale dolore dal mantenimento di posture prolungate del tempo, a pensieri distrattivi ecc.), senza che questi smettano di esistere.

La capacità di disidentificazione dal sistema sensorio-percettivo
è infatti propedeutico a
una percezione più estesa a zone della coscienza

che sono sempre attive, pur non portandovi l’attenzione a causa appunto dell’identificazione in processi acquisiti. In entrambi gli esempi è l’Io che modula se stesso, la propria attenzione in base all’intenzionalità che esprime che, come sperimentato più volte dai ricercatori in Sigmasofia, può portare alla percezione simultanea di più piani.

Il riconoscimento del modello

L’elaborazione delle informazioni sensoriali è influenzata da processi di apprendimento. Le relazioni tra percezione e memoria sono ciò che sta alla base della capacità di riconoscimento: se vengono fatte esperienze percettive in rapida successione o simultanee e in maniera ripetuta l’una associa l’altra e ciò è una componente fondamentale dell’apprendimento. A livello neurale, tale meccanismo è stato denominato riconoscimento del modello, in base al quale se la distribuzione dei potenziali d’azione presinaptici corrisponde all’organizzazione dei neuroni postsinapitici (anche approssimativamente) in senso eccitatorio, e non inibitorio, quel neurone scarica.

Il meccanismo del riconoscimento del modello costituisce la base di quasi tutti i modelli di riconoscimento di figure utilizzati nei computer, tuttavia, ad oggi, nessun sistema artificiale è in grado di riprodurre l’estrema variabilità degli stimoli sensoriali a cui l’Uomo sa invece far fronte, probabilmente perché spesso stimoli uguali o simili difficilmente corrispondono a condizioni pregresse. Attualmente non sono chiari quali siano i meccanismi attraverso i quali le informazioni sensoriali in arrivo richiamino i ricordi. La difficoltà di riproduzione dell’estrema variabilità degli stimoli sensoriali umani e di altre sue capacità attraverso sistemi artificiali, per la Sigmasofia, è dovuta proprio al fatto che la coscienza non è un sistema meccanico o una produzione del cervello, quanto il contrario: il cervello-sistema nervoso è una sua densificazione utilizzata come strumento di percezione.

I sistemi sensoriali e l’ostacolatore spezzettamento

Ricapitolando: attraverso i sistemi sensoriali abbiamo conoscenza del mondo esterno e regoliamo quello interno (ma anche il contrario). Le informazioni vengono prodotte quando recettori sensoriali disposti sugli organi di senso e dislocati nel corpo convertono eventi meccanici, chimici, termici ed elettromagnetici in energia elettrica, trasportata dai potenziali d’azione lungo gli assoni sensoriali dei neuroni sensoriali fino al sistema nervoso centrale. Tutti i sistemi sensoriali scompongono gli stimoli in entrata nelle loro caratteristiche, rilevandone la modalità, la sede, l’intensità e la durata. Le informazioni vengono assemblate nei nuclei di ritrasmissione a livello del midollo spinale, del tronco dell’encefalo, nel talamo e nella corteccia cerebrale che invia feedback attraverso le vie discendenti. Tali connessioni a feedback stabilite da aree cerebrali implicate nei processi cognitivi, mnemonici e motori modulano le informazioni sensoriali permettendo l’interpretazione degli stimoli sensoriali, contestualizzandoli secondo l’esperienza pregressa e le intenzioni attuali.

Se questo funzionamento la trasliamo sulla componente psichica

l’ostacolatore di spezzettamento
è un’alterazione della percezione di sé
sulla base di nuove consapevolezze raggiunte

applicate a esperienze pregresse che, nella fase della destrutturazione, può spaventare perché non si sentono più aderenti le precedenti modalità di comportamento ma non si riconoscono ancora le nuove, in quanto la fase di ricostruzione è in via di definizione. Ma questa è un’ottima opportunità che si dà a se stessi per ricostruire su basi più solide (altrimenti le prime non sarebbero crollate sotto i colpi dell’elaborazione dei vissuti) e tendenzialmente più aderenti all’innato che, come stiamo intuendo, è ben più esteso dei significati acquisisti in cui ci identifichiamo. In questo percorso di formazione a se stessi, sarà proprio

la disidentificazione dai significati acquisiti
(dopo averli posti in lavorazione)
che corrisponderà necessariamente al
potenziamento delle ipersensibilità
(Io-soma-autopoiesi sono un processo unico veicolato dall’entanglement),
da far ricadere nell’azione quotidiana:
è questa la

macroesperienza da realizzare,

se proprio cerchiamo evidenza delle ipersensibilità. 


Note

[1] Vedi ad esempio il libro: “Menti interconnesse, entangled minds – i fenomeni psichici spiegato dalla fisica quantistica” -Dead Radin; Ed. Mediteranee che raccoglie migliaia di esperimenti scientifici, sotto stretti controlli di laboratorio, che dimostrano e spiegano le esperienze extrasensoriali.

[2]Scoperta condotta da un gruppo di ricercatori della Washington University School of Medicine e pubblicata sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America)

[3] Esperimenti di laboratorio su scimmie hanno dimostrato che la frequenza media di scarica di neuroni implicati nella rilevazione di uno stimolo tattile era più elevata di quando l’animale veniva distratto da un altro compito di ordine visivo, pur continuando a essere stimolato nello stesso modo a livello tattile. Pag. 471 Principi di neuroscienze, quarta edizione italiana; E.R.Kandel, J.H.Schwartz, T.M. Jessel, S.A.Siegelbaum, A.J.Hudspeth. Casa Editrice Ambrosiana.

[4] Quando un suono viene ricevuto dalla coclea un’onda viaggiante si muove lungo la membrana basilare in cui sono inglobate le cellule ciliate: le frequenze alte provocano uno spostamento massimale verso l’estremità basale, quelle basse verso l’estremità apicale, le frequenze medie verso la zona intermedia. Pag. 468 Principi di neuroscienze, quarta edizione italiana; E.R.Kandel, J.H.Schwartz, T.M. Jessel, S.A.Siegelbaum, A.J.Hudspeth. Casa Editrice Ambrosiana.

[5] Vedi nota n.3


aggredior amaro amigdala aree motorie autorigenerazione blocchi emozionali cervello codificazione comportamento congiungersi corpo coscienza differenziazione sessuale dimorfismi disidentificazione dolce emozione emozioni fase rem fisiologia dell'atto sessuale funzioni vitali gusto ipersensibilità istinto neuroscienze olfatto ormoni percezione processi cognitivi psicometria psicosomatica ricarica energetica salato sensazioni sensi sensi e coscienza sentimenti sessualità sistema limbico sistema nervoso autonomo sistemi cognitivi sistemi premotori soglia sensoriale spezzettamento visualizzazione

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!